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IL PAESE DI PESARIIS

casa a PesariisPesariis è l'ultima frazione della Val Pesarina (nota anche come Canale di San Canciano), una valle stretta in cui i vari insediamenti sono posti in modo lineare lungo il versante soleggiato del torrente e la strada di collegamento con il Cadore, che si biforca anche verso Sauris.

Nell'agglomerato, il quale si presenta in modo compatto per non sottrarre terreno fertile destinato alla coltivazione, gli edifici sono organizzati attorno a due poli principali:
- il nucleo della Pesaè, probabilmente, il più antico, qui troviamo anche la chiesa ed il cimitero.

- il borgo Chiaciut è di dimensioni più contenute sia per la sua posizione marginale sia per la mancanza di soleggiamento di questa zona, essendo un'area legata alle attività agricole esso si presenta con una conformazione diversa.

La prima immagine di Pesariis si trova in un affresco della chiesa di Osais risalente al 1506, dove sono raffigurati due paesi, Osais e Pesariis, posti sulla riva sinistra di un fiume e separati da un profondo avvallamento che coincide con il torrente Fuina.
La disposizione planimetrica del villaggio dipinto ricorda i caseggiati attuali mentre la torre che si può vedere all'interno delle mura corrisponde alla torre dell'orologio il cui basamento risale al XIV-XV secolo.

Il massimo sviluppo dell'insediamento avviene nel Quattrocento quando alla caduta del regime patriarcale sopravviene il dominio Veneto.

Esistono poi dei documenti risalenti al 1602 da cui possiamo valutare la dimensione dei centri della Val Pesarina e dove spicca il ruolo predominante di Pesariis che, essendo una località di confine con il Cadore, era un luogo legato al commercio ed ai dazi; la stazione daziale è riconducibile al periodo patriarcale ma l'uso doganale si protrasse fino all'età napoleonica.

Tra il Seicento e il Settecento avviene anche la costruzione delle aree intermedie fra i due nuclei principali, ed in quest'epoca il paese assume una struttura ben definita. Le prime documentazioni cartografiche sono le Mappe del Catasto Napoleonico che ri-salgono ai primi anni dell'Ottocento, confrontandole con mappe più recenti notiamo che la conformazione insediativa non presenta trasformazioni rilevanti.

Le vie più importanti, via Superiore, via Maggiore e via Chiasuta, si presentavano, già allora, con fronti continui ed ingressi sulla strada, mentre nel resto del paese l'aggregazione edilizia era più libera; esistevano varie piazze o corti che costituivano i centri di ritrovo per la gente, qui si potevano trovare attrezzature comuni, come fontane o abbeveratoi per gli animali.

Durante l'Ottocento venne riedificata la chiesa risalente al 1348, ed il piazzale antistante fu ampliato e terrazzato; in questo periodo anche alcuni borghi, ad esempio il borgo Vischia, passarono da una fisionomia di carattere prevalentemente commerciale ad una di carattere rurale, cioé da mettere in relazione al cambiamento delle attività lavorative dell'insediamento.

Nei decenni successivi il degrado edilizio, indotto da mutamenti economici e sociali, ha investito l'abitato di Pesariis come tutti gli altri centri della vallata.

Le caratteristiche degli edifici sono in genere legate - nella forma come nella struttura, nelle misure come nei materiali utilizzati - alle risorse naturali, al clima, alla natura del terreno e soprattutto al lavoro ed alle consuetudini della vita quotidiana della gente del luogo.

L'architettura qui si caratterizza per lo slancio verticale e la contenuta sporgenza dei tetti, i quali per il forte innevamento sono molto spioventi. Gli edifici hanno la base a forma di parallelepipedo con i muri molto spessi fatti con pietre al naturale o sbozzate, che venivano accostate e sovrapposte.

Le murature delle abitazioni erano solitamente intonacate con la calce, lasciando in vista le parti più pregiate in tufo.

Un tipo di struttura legata all'uso della pietra è quella dei volti - nelle case signorili risalenti al 1600, con soffitti caratterizzati da volte a crociera; questa tecnica era utilizzata soprattutto per il piano terra e il vano scale, anche se non mancano esempi di volti ai piani superiori, soprattutto nelle case delle famiglie più ricche.

Il loro uso rendeva l'intera struttura più solida, in grado di sopportare carichi maggiori e la proteggeva dagli incendi, in passato molto frequenti. I solai più semplici, invece, erano costruiti con travi di legno, sopra il tavolato veniva creato un sottofondo in calce e sabbia alleggerito con la paglia per il pavimento poi rivestito con assi di legno.
Per quanto riguarda le coperture, esse sono formate da capriate in legno generalmente di rovere mentre il manto di copertura - originariamente in paglia - venne sostituito, nel tardo medioevo, con materiali ignifughi come le tegole in cotto o in terracotta smaltata chiamate "planelas".

Questo tipo di tegole a forma rettangolare con un lato arrotondato e all'estremità opposta un dente per agganciarla all'intelaiatura del tetto, vengono ancora utilizzate, sono disposte a squame per formare una superficie piatta dove l'acqua può defluire senza problemi.