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IL PAESE DI PESARIISPesariis è l'ultima frazione della Val Pesarina (nota anche come Canale di San Canciano), una valle stretta in cui i vari insediamenti sono posti in modo lineare lungo il versante soleggiato del torrente e la strada di collegamento con il Cadore, che si biforca anche verso Sauris. Nell'agglomerato, il quale si presenta in modo compatto per non sottrarre terreno fertile destinato alla coltivazione, gli edifici sono organizzati attorno a due poli principali: La prima immagine di Pesariis si trova in un affresco della chiesa di Osais risalente al 1506, dove sono raffigurati due paesi, Osais e Pesariis, posti sulla riva sinistra di un fiume e separati da un profondo avvallamento che coincide con il torrente Fuina. Il massimo sviluppo dell'insediamento avviene nel Quattrocento quando alla caduta del regime patriarcale sopravviene il dominio Veneto. Esistono poi dei documenti risalenti al 1602 da cui possiamo valutare la dimensione dei centri della Val Pesarina e dove spicca il ruolo predominante di Pesariis che, essendo una località di confine con il Cadore, era un luogo legato al commercio ed ai dazi; la stazione daziale è riconducibile al periodo patriarcale ma l'uso doganale si protrasse fino all'età napoleonica. Le vie più importanti, via Superiore, via Maggiore e via Chiasuta, si presentavano, già allora, con fronti continui ed ingressi sulla strada, mentre nel resto del paese l'aggregazione edilizia era più libera; esistevano varie piazze o corti che costituivano i centri di ritrovo per la gente, qui si potevano trovare attrezzature comuni, come fontane o abbeveratoi per gli animali. Durante l'Ottocento venne riedificata la chiesa risalente al 1348, ed il piazzale antistante fu ampliato e terrazzato; in questo periodo anche alcuni borghi, ad esempio il borgo Vischia, passarono da una fisionomia di carattere prevalentemente commerciale ad una di carattere rurale, cioé da mettere in relazione al cambiamento delle attività lavorative dell'insediamento. L'architettura qui si caratterizza per lo slancio verticale e la contenuta sporgenza dei tetti, i quali per il forte innevamento sono molto spioventi. Gli edifici hanno la base a forma di parallelepipedo con i muri molto spessi fatti con pietre al naturale o sbozzate, che venivano accostate e sovrapposte. Questo tipo di tegole a forma rettangolare con un lato arrotondato e all'estremità opposta un dente per agganciarla all'intelaiatura del tetto, vengono ancora utilizzate, sono disposte a squame per formare una superficie piatta dove l'acqua può defluire senza problemi. |
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